di Francesco Gro

“L’elezione del 3 novembre è stata la più sicura della storia degli Stati Uniti”, garantiscono le autorità elettorale Us, contraddicendo le accuse di elezioni fraudolente da parte del presidente in carica Donald Trump e del suo entourage.

E aggiungono, in un comunicato congiunto, “di non aver trovato, ad oltre una settimana dalle elezioni presidenziali Usa, “alcuna prova” di schede perse o modificate o di sistemi di voto violati”. Insomma, fortunatamente per Donald Trump si mette male, i suoi ricorsi si stanno mostrando essere solo fumo. Non solo, anche la sua famiglia lo sta abbandonando con la

figlia Ivanka che vuole a tutti i costi porre fine a questa demenziale querelle. Intanto, papa Francesco ha chiamato il presidente eletto Joe Biden, riconoscendo la vittoria che Donald Trump si rifiuta di accettare.  A meno di sorprese, il democratico, con l’inaugurazione del prossimo 20 gennaio, diventerà il secondo inquilino cattolico della Casa Bianca dopo John F. Kennedy. “Il presidente eletto ha ringraziato Sua Santità per la benedizione e le congratulazioni”, si legge in una nota del team di transizione Biden-Harris, “e ha espresso il suo apprezzamento per la leadership di Sua Santità nel promuovere la pace, la riconciliazione, e per i comuni legami di umanità nel mondo”.

Papa Francesco è il nono leader mondiale a fare personalmente i complimenti a Biden, dopo, tra gli altri, il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier britannico Boris Johnson. 

L’ex vice di Barack Obama ha manifestato a Bergoglio il desiderio di lavorare per portare avanti i valori condivisi sulla “dignità ed equità di tutta l’umanità”, affrontando anche la crisi del clima e la questione dell’accoglienza ed integrazione dei migranti e dei rifugiati.

I rapporti tra Papa Francesco e Trump non sono mai stati idilliaci. Già durante le elezioni presidenziali del 2016, quando il pontefice criticò la retorica trumpiana contro gli immigrati e sulla necessità di costruire una barriera al confine con il Messico, il tycoon rispose puntando il dito contro un Vaticano, a suo giudizio, “tutto circondato da mura”.