di Bruna Larosa

La ripartenza del mercato del libro al dettaglio e dal vivo ha segnato un punto importante a favore delle librerie tradizionali, i luoghi di quartiere dove ci si incontra e si frequentano altri appassionati.

Un evento forse insperato dopo che il lockdown ha messo sempre piĂą persone davanti al pc e fatto familiarizzare anche i piĂą scettici con i siti di vendita e di acquisto online. Attualmente i dati sono significativi: i lettori scelgono e si recano nelle librerie per i loro acquisti di carta, fanno scorta e hanno voglia di riappropriarsi dei loro spazi.

Spazi che si sono ampliati con l’impiego del digitale, ma che non hanno soppiantato la voglia di vivere insieme eventi culturali, dibattiti e presentazioni. Il periodo di chiusura imposto dalle autorità ha segnato un cambiamento importante per il mercato del libro, da sempre minacciato da molteplici altre attività e passioni. La riscoperta degli amici di carta si è fatta sentire e ha determinato, al momento della riapertura, un incremento delle vendite nei negozi fisici che ha portato a luglio al parziale recupero del fatturato perso nel periodo precedente. Nello specifico, andando a vedere i dati di vendita ci sarebbe di che confortarsi: se nella seconda metà di aprile la percentuale di perdita viaggiava verso il 20% complice la chiusura delle librerie, a luglio il recupero ha fatto sì che la stessa si riducesse di quasi 10 punti! Un andamento assolutamente positivo, probabilmente insperato per i punti vendita fisici, minacciati dalle piattaforme di distribuzione online. Certamente buona la strategia dei grandi gruppi editoriali: far uscire titoli attesissimi al momento della riapertura, strategia che ha fatto leva sui lettori abituali, digiuni di novità da mesi che hanno approfittato di fare incetta di nuovi libri usufruendo dei canali tradizionali, e su nuove fette di mercato da conquistare lanciando libri provocatori e non sempre in linea con la filosofia editoriale precedente. Si può parlare certamente di un moto di riscossa da parte delle librerie tradizionali a scapito delle grandi catene ubicate nelle grandi città, nelle stazioni, capaci di incorporare anche dei bistrot. Durante il lockdown, infatti, sono state le piccole realtà ad ingegnarsi per continuare ad essere vicine al proprio pubblico: sono nati i servizi di consegna a domicilio, con recapito gratuito per importi di vendita superiori ad un determinato tot, ad esempio. Nonostante ciò è innegabile il passo in avanti fatto da internet nelle vendite librarie specie nelle piccole realtà dove non ci sono librerie o non c’è stata la possibilità di organizzarsi in maniera non convenzionale per continuare a far fare acquisti. Al di là dei numeri è importante osservare le statistiche che ci parlano anche della fruizione dei libri da parte dei lettori. Durante i mesi di chiusura si è letto di meno, paradossalmente, mentre sono aumentati i consumi di televisione e l’adesione a piattaforme di intrattenimento. Al tempo stesso la maggior parte degli italiani interpellati ha dichiarato che avrebbe letto di più nella seconda metà del 2020. Parole che si sono tradotte in dati di fatto, visti i numeri delle vendite e che fanno ben sperare per il futuro di questo mercato. Intanto ci avviciniamo al momento dell’anno in cui le vendite di libri subiscono un’impennata positiva. Lo spettro di una nuova chiusura porta i piccoli commercianti a muoversi in anticipo con proposte nuove ed interessanti, ma solo il tempo e i fatti potranno dirci se l’online subisserà la vendita dal vivo nel prossimo futuro.