Fino al 2005, non sono mai stato candidato in nessun tipo di elezioni. Eppure sono stato impegnato politicamente anche con incarichi importanti sin da quando ero ragazzo. Mi ero

però rimesso a studiare nella seconda metà degli anni 80 e mi sono laureato proprio qualche giorno prima che Occhetto facesse a Bologna nell’autunno del 1989 il discorso famoso sulla necessità di cambiare nome al PCI. Mentre nascevano il PDS e Rifondazione Comunista diventavo insegnante e studiavo in modo da sostenere i concorsi per entrare stabilmente nella scuola. Negli anni successivi insieme all’ insegnamento ho accompagnato non più un’attività di partito o immediatamente politica ma nell’associazionismo, nel
volontariato e nel terzo settore. Ho avuto solo per qualche mese l’incarico di assessore comunale esterno ai servizi sociali. Se nei primi anni del nuovo millennio avessi dovuto rispondere alla domanda: in futuro ti candiderai a sindaco della tua città ? Avrei risposto, no con immediatezza. Sia perché non avevo minimamente questa intenzione ma anche perché ero da tempo immerso in una vita quotidiana diversa da quella delle candidature e del governo delle istituzioni. Anche quando, dopo la catastrofe elettorale del 2001, nel 2002 si discusse della possibilità che fossi io a dirigere i Democratici di Sinistra di Lamezia non ci pensavo minimamente. La prevalenza del centro destra sembrava schiacciante, con cifre bulgare. Confesso che, all’inizio, ho concepito la mia attività di segretario cittadino dei D.S. in termini di lenta ricostruzione di una presenza culturale e politica della sinistra. Davo per scontato che ci sarebbe stato, per un periodo non brevissimo, lo strapotere del centro-destra. Invece ci fu nell’autunno del 2002 il secondo scioglimento del comune. Il governo Berlusconi scioglie una amministrazione comunale dello stesso colore. Il centro- destra governava tutto: Stato, Regione, Provincia, Comune, sanità ecc.. Aveva 2 parlamentari, 3 consiglieri regionali. Il primo timido pensiero mi venne subito dopo lo scioglimento del consiglio comunale. Ma durò veramente poco. Si capiva già in quel momento che ci sarebbe voluti almeno 2 anni di commissariamento straordinario prima di far tornare i cittadini alle urne. Addirittura ci vollero 30 mesi. E fu un tempo di grande battaglia politica ed ideale nella nostra città non solo sul tema della mafia e della lotta alla mafia. Ad esempio, organizzammo una visita dell’ex presidente del Consiglio dei ministri D’Alema e dell’on. Livia Turco nei vari reparti dell’Ospedale di Lamezia. Michele Santoro, cacciato dalla Rai dall’”editto Berlusconi” fu ospite di un incontro all’auditorium del liceo linguistico e centinaia di persone non riuscirono ad entrare. Nello stesso’ Auditorium ‘ Nando Dalla Chiesa ed altri parlamentari misero in scena uno spettacolo teatrale di grande impatto emotivo e politico. Soprattutto fu determinante il risultato delle elezioni europee e provinciali del 2004. Ribaltammo i rapporti di forza. Alle provinciali i D. S. furono il primo partito a pari voti del Centro Cristiani Democratici. Addirittura prendemmo più voti di Forza Italia. A quel punto pensai davvero che potevo essere un buon candidato ma soprattutto mi ci fecero riflettere molte persone invitandomi e spronandomi ad entrare nella difficile ed aspra competizione .
Gianni Speranza