La rissosità interna di quello che resta dei partiti politici è inversamente proporzionale  al loro volume. Il Pd fa scuola, anche se bisogna dire che è l’unica forza politica che mantiene una parvenza di regole.

La Calabria non si fa mancare niente. Si tenuto in questi giorni, con modalità web, l’assemblea provinciale (“aperta”, è stato scritto sulla locandina) della federazione Pd di Catanzaro, organizzata dal segretario Gianluca Cuda e dal presidente Michele Drosi. Per la circostanza in cui si realizzato è diventato un evento regionale. Perché? Perché a presiedere la riunione non è stato il commissario regionale, Stefano Graziano, che forse non è stato avvertito in tempo, ma il vice segretario nazionale, Giuseppe Provenzano.

Si dirà: ubi maior minor cessat. Fino a un certo punto, perché Graziano, a quanto se ne sa, considera questo atto “ostile”. E lo è. Tant’è che, per lo stesso  giorno, Graziano ha annunciato una iniziativa webinar parallela alla presenza di Nicola Irto.

Insomma è iniziata, anzi ha ripreso con maggiore virulenza, la guerriglia all’interno del Pd calabrese come aveva anticipato qualche giornale locale.  La cosa ha, anche, un lato grottesco perché ora che i dem tendono a perdere, progressivamente, la doppia cifra, agiscono come se la possedessero ancora.

Secondo i bene informati, Provenzano, un tempo il preferito di Emanuele Macaluso, si starebbe mettendo in proprio, creando una sua corrente.

Incominciando dalla Calabria. Alle corte: il casus belli risiederebbe proprio nel passaggio, armi e bagagli di Cuda, alla neo componente dem. Da qui l’ira funesta per la nuova sortita. I fatti regionali s’incrociano con i fatti cosentini giacché la prossima chiamata elettorale interesserà oltre la regione, la città di Cosenza. Qui c’è in piedi la candidatura del socialista Franz Caruso, che sarebbe gradita a Nicola Adamo, da sempre vicino a Luigi Incarnato. Cioè il contrario.

Di contro c’è la dottrina Miccoli, che tenderebbe a realizzare un elastico civico per fare entrare più sigle possibili. E qualcuno dice che Provenzano sarebbe disposto ad assecondare questa linea. Immaginando forse a una possibile candidatura di Anna Falcone. Insomma, c’è un fiume carsico che scorre. Anche perché il prossimo anno si voterà anche a Catanzaro. Insomma, un Vietnam 5.0. Ma chi aspetta l’oracolo Enrico Letta, sappia che farà fare le primarie, così litigheranno anche coloro che erano rimasti in disparte.

Bruno Gemelli