Dieci anni fa il papà lo aveva portato a vedere Inter – Bayern di Champions, dove i nerazzurri vinsero il triplete.

Matteo Pessina frequenta l’università con merito e una volta all’esame di statistica, il custode della facoltà non voleva farlo entrare perché non lo aveva riconosciuto e lui non aveva il badge. Quando si è chiarito l’equivoco il custode era dispiaciutissimo e Pessina gli ha detto “non fa niente, non sono mica così famoso, sono uno come gli altri.”. Il suo motto preferito è “gutta cavat lapidem”. La goccia scava la roccia, per la pazienza che ha nel fare la sua carriera con calma. La vittoria di sul Galles ha la faccia pulita di Matteo Pessina. E la sua sapienza tattica e umana. Ma non solo. La nazionale ha dimostrato collettivo, senso del gruppo, tenacia e lotta, ognuno fa il suo senza che ci siano stelle capricciose. Scusatemi la la battutaccia ma gli azzurri sono quanto di più “comunista” si sia mai visto in Italia negli ultimi trent’anni.

Ettore Zanca