“Una nazione di pecore genera ben presto un governo di lupi”. Mentre accompagnavo i bimbi al parco ho letto questa frase su alcuni manifesti 6×3 sparpagliati qui e lì in giro per la mia città.

Francamente non credo si tratti di una campagna social. Sono convinta invece che il messaggio sia stato diffuso da uno dei tanti lupi pronti ad azzannare in vista delle prossime elezioni e che spunterà fuori al momento opportuno, come un predatore acquattato dietro un cespuglio e pronto al salto per acciuffare la preda. Però devo aggiungere che mi ci sono schiantata contro le parole di Edward Roscoe Murrow tanto che la mia mente fervida si è attivata a riflettere su come questa verità possa contenerne un’altra semplicemente aggiungendo un aggettivo: “Una nazione di pecore nere genera prima poi un governo di lupi”. Eh sì! Perché, diciamolo: ci sono i politici corrotti o corruttibili (e non voglio dire che tutti lo siano) ma esistono anche i cittadini corrotti o corruttibili, che hanno venduto o venderanno il loro voto in cambio di promesse alcune delle quali talmente assurde che anche Pinocchio naso di legno e cuore di stagno si asterrebbe dal fare.

Però ho sempre creduto che la maggior parte delle pecore abbia il vello bianco e non nero, e che non bisogna fare di tutte le pecore un fascio.

Le bianche hanno il pelo candido della ingenuità e dell’ignoranza a volte o sono quelle che nel loro orticello spirituale coltivano fiducia; le nere sono ammantate di lana sporca (questo intendo per nere) per via della melma in cui adorano rotolarsi somigliando di più a maiali che a pecore.

Immaginandomi a condurre una trasmissione del 1951 della CBS in abiti bianchi e neri mi verrebbe da dire: «Cari lupi all’ascolto, credo dobbiate mostrare gratitudine alle pecore in un modo o nell’ altro! Alle nere che vi permettono di governare, e alle bianche perché è di esse che vi nutrite! E la cosa che di più in quest’ultimo caso vi aiuta è il vostro bel travestimento da nonna di cappuccetto rosso, la cui gonnella non vi sarà certamente d’ intralcio durante la prossima corsa elettorale perché siete abituati a indossarla con disinvoltura! E vi raccomando. Non fate come i vostri cugini sciacalli. Adesso proprio no. Non mettetevi a banchettare in questo deserto di cadaveri pandemici, perché niente è più schifoso del nutrirsi di carcasse e utilizzare poi le ossa come pioli di una scala utile a risalire la china. E nulla è più cinico del tentativo di primeggiare offrendo il miraggio di una coppa d’acqua in mezzo al deserto! Perciò la mano, prima di metterla sulla poltrona, poggiatela sulla coscienza e poi sul petto, proprio sul cuore. E attenti a non sbagliare, sta a sinistra!»E a voi tutte pecore bianche: «aprite gli occhi perché il futuro occorre “see it now”!».

Valentina Ammirato