Un 15enne inganna una sua amica, innamorata di lui, e la uccide accoltellandola e sferrandole calci in faccia; perchĂ©? Lo infastiva. Un ragazzo, aspirante infermiere, uccide una coppia di fidanzati che lo avevano ospitato nel loro appartamento;  perchĂ©? Invidiava la loro felicitĂ . Un giovane entra in un parco pubblico e uccide una donna che prendeva il sole; perchĂ©? Senza ragione. Sono solo alcuni dei piĂą recenti casi di cronica italiana, tra quelli che hanno maggiormente colpito l’opinione pubblica per la l’irrazionalitĂ  o la completa assenza di movente. Da qui, la domanda: esiste il Male?

Questa domanda andrebbe rivolta ad un teologo o a un demonologo. Da psichiatria posso solo rispondere che esiste gente che fa del male e noi specialisti queste persone spesso le vediamo e valutiamo attraverso le perizie psichiatriche che ci vengono richieste dai magistrati nei casi di delitti efferati o senza motivo apparente.

Si è parlato di Satana per certi delitti di gruppo, come nel caso delle Bestie di Satana del Varesotto, o le amiche di Chiavenna che assassinarono suor Mainetti, poi beatificata, come anche nell’omicidio di Nadia Roccia, uccisa da due sue amiche a Castelluccio dei Sauri.

In realtà, con questi delitti, Satana c’entra ben poco. Altre sono le cause, non sempre facilmente identificabili. Quando ad uccidere sono adolescenti bisogna distinguere tra delitti di gruppo o di coppia, e omicidi individuali. Il gruppo di adolescenti o giovani killer è un intreccio di diversi disturbi di personalità in soggetti immaturi, quindi si incontrano più disturbi individuali che si amplificano nel gruppo, che può commettere reati molto gravi.

Quando ad uccidere è un solo soggetto, di giovane età, questi potrebbe essere affetto da disturbi mentali di vario tipo. Da adolescenti si può essere colpiti dalla schizofrenia, una psicosi che crea l’illusione di sentire voci minacciose o che comandano, con la sensazione di sentirsi minacciati o controllati; per reazione di difesa questi soggetti possono uccidere il presunto persecutore. Sono casi non frequenti, ma ci sono. Questi soggetti sono agevolmente diagnosticabili come psicotici per la difficoltà di creare una relazione, per quanto semplice, in qualsiasi contesto essi si trovino. Manca la possibilità di un confronto, di uno scambio di opinioni, il dialogo è impossibile, essendo costoro chiusi in una sorta di corazza che si sono costruiti per proteggersi dal mondo, che vivono come carico di pericoli ed insidie.

Molto diversi sono gli psicopatici, che oggi sono definiti antisociali, i quali presentano un disturbo della personalità che li rende incapaci di provare emozioni per gli altri; costoro  mancano del senso morale, sono capaci di azioni efferate senza avvertire sentimenti di rimorso o sensi di colpa. Anche i disturbi di personalità narcisistico e borderline, quando hanno una coloritura antisociale, sono forieri di delitti terribili. Abbiamo avuto esempi di giovani assassini come Erika De Nardo, Pietro Maso ed altri che hanno ucciso i loro familiari senza pietà. I narcisisti sono soggetti anaffettivi, difficili da recuperare, dovrebbero sottoporsi a psicoterapie lunghe e complesse, di cui però non ritengono di aver bisogno. Vivranno felici, proveranno a costruirsi una nuova vita, restando sempre quelli che erano. Sono ragazzi cresciuti senza un codice etico e morale, vivono in funzione del soddisfacimento dei loro bisogni e desideri, sprezzanti dei diritti altrui, anzi utilizzano gli altri per i loro scopi, e li uccidono se la loro morte risponde alle esigenze del proprio Io. In questi baby killer manca il freno morale. L’altro, per loro, non esiste, l’altro non ha una dimensione umana, è solo un oggetto: buono, se viene incontro ai loro desideri, cattivo se li contrasta. Ecco allora che puoi uccidere i tuoi genitori, tuo fratello, o un amico, per non dire di un perfetto sconosciuto, per i motivi più banali, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Questi giovani assassini hanno un profondo vuoto affettivo, che è patologico e che necessiterebbe di psicoterapie. Quasi mai, devo dire, questi giovani sono coscienti del loro atto.

Paolo De Pasquali