di Stefano Vaccara

Siamo tutti in attesa che l’anno “horribilis” 2020 finisca e che il 2021 possa annunciare il ritorno alla “normalità”. Invece non sarà così. Almeno io non mi aspetto che si

tornerà mai al mondo di prima della pandemia. Questo però non significa che sarà peggiore, soltanto che poco o nulla sarà come prima. Anche se abbiamo da pochi giorni ottenuto il vaccino, ci vorranno ancora mesi prima che si noteranno gli effetti, aspettiamoci quindi che gennaio e febbraio saranno più luttuosi di dicembre. Ma seppur spaventato dal coronavirus, resto ottimista per il futuro. Dalla Seconda Guerra Mondiale uscì la “great generation” di americani ed europei che ci portò espansione di benessere e opportunità. Dalla tristezza dei “lockdown” (ma sempre meglio dei rifugi sotto i

bombardamenti…) prevedo una nuova generazione più cosciente delle ultime sull’ambiente. Magari una generazione più attenta che possa trovare soluzioni per salvare il mondo non dalla prossima pandemia, che comunque tra cento anni probabilmente ci sarà, ma dal sistema economico-produttivo congelato dai loro padri. Iniziando a fermare il cambiamento climatico…