Ettore Zanca, palermitano, scrittore, laureato in giurisprudenza, appassionato di calcio. Afferma: “Le storie sono per strada, ognuno di noi partecipa a un grande romanzo collettivo e ne scrive una parte. In un mondo che prende sempre più a calci cultura e sapere, chissà che non sia un punto di partenza capire che il calcio è un grande serbatoio di cultura e narrazione”.  Ed Ettore Zanca risponde a “4Domande A….”

Qual è la peculiarità che ti differenzia 

Non so dirti .Vorrei che la vedessero le persone che regalano il loro tempo per leggermi. Mi piace raccontare l’essere umano, il suo mondo, specie degli sconfitti e di chi devi metterti in ginocchio per ascoltare: bambini e animali. 

Parliamo di rispetto, quanto ha inciso nella vita professionale essere “siciliano”? 

Si parte sempre dal giardino di casa per girare il mondo ma quando qualcosa ci richiama alle origini, ululiamo come lupi che sentono il coro del branco lontano. Ultimamente mi sono sentito palermitano fino al midollo per la morte del mio migliore amico. Si è portato via tante cose fatte insieme che sanno tanto di radici e fratelli. 

Gestisci una delle più belle e seguite pagine di Facebook  e nei commenti non c’è segno di polemiche o contrasti. La gentilezza premia sui social? 

I social sono un posto dove scrivere nella speranza di portare a chi legge un valore aggiunto per quella giornata. Mi piacerebbe un mondo più tendente al confronto che allo scazzo. 

Tuo figlio, il tuo amore. Che impronta vuoi lasciargli?

Spero mi ricordi come un padre che a modo suo ce l’ha messa tutta per amarlo, lo vedo prendere il libro a lui dedicato e dire a tutti: “Mio padre era anche questo, sembra poco ma se volessi tatuarmelo non avrei abbastanza pelle”. Mio figlio è una delle pochissime ragioni per cui il mio sangue si trasforma in inchiostro. 

Nicoletta Toselli