Il ballottaggio non è il secondo tempo della partita, ma un’altra partita. E, quindi, può accadere di tutto. Conferme, sorpassi in curva, uscite fuori strada. Insomma, la qualunque. Vince, di solito, chi riesce a portare la gente a votare. Il secondo turno riguarda Roma, Torino, Trieste e, per quello che ci riguarda, Cosenza .I ballottaggi interessano 65 comuni italiani.

Oltre ai tre capoluoghi di regione – Roma, Torino e Trieste, appunto – ci sono 7 capoluoghi di provincia, ossia Benevento, Caserta, Cosenza, Isernia, Latina, Savona e Varese. Le sfide ai ballottaggi in queste 10 città sono tutte tra centrodestra e centrosinistra, anche se ci sono alcune specificità da menzionare: i candidati del centrosinistra a Varese (Davide Galimberti) e a Isernia (Pietro Castrataro) hanno anche il sostegno del Movimento 5 Stelle; a Benevento, invece, il sindaco uscente Clemente Mastella ha il sostegno di Forza Italia e di tante liste civiche, ma non di Lega e FdI. Ogni città ha una sua storia, una traiettoria, un epilogo; insomma, tanti perché. La Capitale ha un ruolo strategico e, questa volta, gli arbitri finale potrebbero essere i grillini che, però, non si possono catalogare in nessuna proiezione tanto sono divisi. Anche perché nella città eterna confluisce la coda giudicante dell’assalto fascista alla Cgil. Ma la destra più caratterizzata vuole mischiare le carte per attenuare la gravità del fatto. Infatti, invoca le azioni contro i black bloc che, in questa vicenda, c’entrano come il cavolo a merenda. Una piazza relativamente tranquilla è quella di Torino dove i due contendenti mostrano di affrontarsi civilmente. Non che a Roma siano incivili, ma lì i toni sono particolarmente accesi a differenza del capoluogo piemontese. A Trieste, Roberto Di Piazza, cerca conferme. La città, presa dalle elezioni, ha messo da parte la 67° ricorrenza del ritorno all’Italia. Per la precisione la situazione si chiarì solo il 5 ottobre 1954 quando col Memorandum di Londra la Zona “A” del Territorio libero di Trieste passò all’amministrazione civile del governo italiano, mentre l’amministrazione del governo militare jugoslavo sulla Zona “B” passò al governo della Repubblica socialista. Gli accordi prevedevano inoltre alcune rettifiche territoriali a favore della Jugoslavia fra cui il centro abitato di Albaro Vescovà con alcune aree appartenenti al comune di Muggia (pari a una decina di km²). Il 4 novembre 1954 il presidente della Repubblica Luigi Einaudi si recò a Trieste. La contesa di Cosenza potrebbe portare a reazioni a catena se il candidato del centrosinistra, il socialista Franz Caruso, dovesse sovvertire il pronostico che vedrebbe vincitore l’omonimo del centrodestra. I rumors di via Popilia sostengono che l’ago della bilancia potrebbe essere Francesco De Cicco che ha annunciato di appoggiare proprio Franz Caruso. Lunedì sapremo qualcosa, anche perché la formazione della giunta regionale attende quell’esito.
Bruno Gemelli