Gli animali sono vittime anche di un mondo spesso decisamente crudele: quello che è legato al fenomeno criminale delle scommesse clandestine.

Non si scommette solo sui risultati delle partite o sui grandi eventi sportivi: la malavita sfrutta ogni centimetro di spazio per fare profitti illeciti e in questo non possono mancare le competizioni che hanno al centro gli animali. Dai combattimenti fra cani e galli, alle corse clandestine su strada o in ippodromi di fortuna. Senza contare il fenomeno del doping, che può coinvolgere anche animali che si trovano a essere al centro di competizioni legali come quelle che avvengono negli ippodromi o nei tanti pali e sagre che costellano il nostro Paese.
I combattimenti fra animali, seppur vietati dal 2004 con una legge specifica, non sono mai scomparsi dal panorama delle attività illegali svolte in Italia e sono competizioni che, quasi sempre, si concludono con la morte di uno dei due concorrenti.
Sembrano solo apparentemente attività estemporanee e occasionali perché, in realtà, per realizzarli occorre riuscire a creare un’organizzazione di tutto rispetto, in grado di coprire tutte le necessità che servono per mettere in atto il “teatro” dove avverranno, garantire la segretezza del luogo ma, nel contempo, ottenere la partecipazione di un pubblico selezionato, disposto a puntare grosse cifre sul vincitore.
Nell’organizzazione non possono poi mancare i veterinari compiacenti, quelli che cureranno le ferite dei combattenti. Se per organizzare un combattimento fra galli occorre poco spazio, facilmente reperibile in una delle tante zone dismesse che costellano le città, diverso è il discorso degli scontri fra cani, che richiedono ring più grandi e in zone dove gli assembramenti e il rumore dei latrati dei combattenti non dia nell’occhio. Ma la criminalità organizzata è in grado di gestire ogni situazione pur di avere benefici. A scapito degli animali.
Francesca Culpo