Quando a Mosca sono le 6 del mattino, Vladimir Putin annuncia in tv l’attacco all’Ucraina. “Un’operazione militare per proteggere il Donbass”, dice il presidente russo, che chiede all’esercito di Kiev di “consegnare le armi e andare a casa, affermando che i piani di Mosca non includono l’occupazione del Paese ma la sua smilitarizzazione e denazificazione. Un’ulteriore espansione della Nato e il suo uso del territorio ucraino sono inaccettabili, mentre gli Stati Uniti rifiutano di trattare sulle nostre richieste di sicurezza”.

All’annuncio dell’azione militare il presidente russo Putin ha minacciato senza mezzi termini “coloro che potrebbero essere tentati di intervenire” a fianco di Kiev. “Ora alcune parole importanti, molto importanti per coloro che potrebbero essere tentati di intervenire dall’esterno negli eventi in corso”, ha detto Putin. “Chiunque tenti di interferire con noi, e ancor di più di creare minacce al nostro Paese, al nostro popolo, dovrebbe sapere che la risposta della Russia sarà immediata e porterà a conseguenze come non sono state sperimentate nella storia. Siamo pronti per qualsiasi sviluppo di eventi. Tutte le decisioni necessarie al riguardo sono state prese. Spero di essere ascoltato”.

L’operazione russa è in corso in diverse città dell’Ucraina e mira a “distruggere lo stato ucraino, impadronirsi del suo territorio con la forza e stabilire un’occupazione”: lo ha denunciato in un comunicato il ministero degli affari esteri ucraino. Kiev ha anche invitato la comunità internazionale ad “agire immediatamente. Solo azioni unite e forti possono fermare l’aggressione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin”, aggiunge il ministero. Le truppe si muovono dalla Russia e anche dalla Bielorussia e l’incursione è attentamente seguita dal Pentagono. Lo scopo secondo l’intelligence potrebbe essere quello di “prendere Kiev in 48 ore”, considerando la distanza, anche se l’esercito russo ha assicurato che lo scopo sarà finalizzato ai siti militari ucraini e condotto con “armi ad alta precisione”.