Non è un blocco monolitico quello dell’opinione pubblica russa a favore di Putin.

Lo conferma l’intervista del giornalista Premio Nobel per la pace Dmitry Muratov all’ultimo leader dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbaciov. “Ho visitato Gorbaciov in ospedale, ha compiuto da poco 91 anni e non sta bene, ma mi ha confermato che bisogna fare quanto possibile per fermare la minaccia di una guerra nucleare”, ha detto Muratov durante un’audizione alla commissione giuridica del Parlamento europeo.
Novaya Gazeta, il giornale di Muratov, è nel mirino della censura essendo stato imposto come ad altre testate di rimuovere notizie e articoli che descrivono le operazioni militari in Ucraina come una “guerra” o una “invasione”. L’unica definizione autorizzata da usare è quella del Cremlino, cioè “operazione militare speciale”. Il che dimostra che un’altra guerra da combattere sul fronte interno è quella dell’informazione libera. Da ricordare che Putin ha firmato la legge che introduce pene fino a 15 anni di carcere per la diffusione di «fake news» sulle operazioni dell’esercito russo. In precedenza, la legge che modifica il Codice penale era stata approvata all’unanimitĂ dalla Duma. Il 3 marzo scorso, la radio liberale Echo di Mosca ha annunciato la chiusura e la tv indipendente Dozhd ha sospeso l’attivitĂ , dopo che entrambe le emittenti erano state bloccate dalle autoritĂ russe. Ancora: l’autoritĂ per le comunicazioni di Mosca ha “limitato” l’accesso ai siti internet della Bbc, di Deutsche Welle, della testata online Meduza e di Radio Liberty.