“Una lingua non si impara in pochi mesi, dietro c’è una cultura che richiede molto di più per essere assorbita, capita, raccontata. E così sono rimasta a Toronto di più, poi la vita ha preso il sopravvento”. Daniela Sanzone è una giornalista e conduttrice televisiva italiana. Vive a Toronto dal dicembre del 2000, dove è stata per molti anni conduttrice e reporter del telegiornale “Italian News” di Omni Tv, un canale canadese multiculturale di proprietà della Rogers. Docente, prima di stabilirsi in Canada, tra le altre cose è stata collaboratrice della trasmissione Rai, Sereno Variabile. E’ stata anche una delle più importanti giornaliste del Corriere Canadese.

Daniela Sanzone risponde a “4Domande A….”

Vivi a Toronto dal 2000. Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia e ti manca qualcosa del Belpaese?

Quando sono partita per Toronto, a dicembre del Duemila, pensavo che sarei rimasta solo per pochi mesi. Volevo migliorare il mio inglese, visto che ero caporedattrice di un quotidiano bilingue online sul cinema, oggi pubblicato da Cinecittà. Pensavo che l’unico modo per imparare veramente una lingua fosse vivere in un paese dove si parla quella lingua. Avevo ragione. Ma una lingua non si impara in pochi mesi, dietro c’è una cultura che richiede molto di più per essere assorbita, capita, raccontata. E così sono rimasta di più, poi la vita ha preso il sopravvento. Cosa mi manca dell’Italia? La mia famiglia, più di tutto, i miei amici, la capacità di godersi le piccole cose che la vita offre, inclusa l’amicizia, il tempo, il buon cibo.

Oltre che giornalista e docente, anche scrittrice: perché un libro sul Marsala?

Ho pubblicato nel 2017 un romanzo che s’intitola La guerra secondo Michele… Il libretto sul Marsala è venuto molti anni prima, mi era stato commissionato da un’azienda per cui lavoravo all’epoca. Fu un’esperienza molto bella e divertente, presentammo diverse tipologie di vino marsala in un evento a Milano e vennero tutti i produttori siciliani. Imparai molto sul Marsala e sul mondo che c’era dietro la produzione. Al ritorno a Roma organizzai una degustazione con i miei amici, che riscosse un gran successo.

Da critica cinematografica, quale film consiglieresti da vedere assolutamente?

Questo è una domanda che mi fanno spesso. Non credo ci sia un film da vedere, ma decisamente molti. Potrei citare i miei preferiti, ma io ho gusti un po’ atipici rispetto ai miei colleghi critici. Ho adorato Amarcord di Fellini, Roma città aperta di Rossellini, Pane e tulipani di Soldini, ma anche Blade Runner e Harry ti presento Sally, quest’ultimo sui rapport di coppia, film che rivedo spesso. Purtroppo dei più recenti, soprattutto italiani, non ne ho visti molti, ma direi La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, Le fate ignoranti di Ozpetek, Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese e A casa tutti bene di Muccino, con la frase di Stefano Accorsi: « Vorrei una vita normale » e la risposta di Stefania Sandrelli : « Le vite normali non esistono ».

Infine, vivi in una nazione che ha fatto del multiculturalismo la sua religione, tuttavia, ancora si deve parlare di tolleranza. Ci sarà un giorno in cui si potrà vivere senza discriminazioni?

Le discriminazioni sono ovunque e si nascondono perfidamente e subdolamente anche dietro facciate inimmaginabili. Il discorso si può allargare anche al multiculturalismo canadese, che ancora deve superare pregiudizi  atavici, nonostante abbia emanato leggi all’avanguardia già negli anni Settanta e i continui tentativi di migliorarsi come paese. Quante volte anche l’accento di un immigrato è confuso con inferiorità intellettuale. Ce la faremo? Chissà. Io nel mio piccolo ci provo, a essere sempre aperta e accogliente alla diversità e nello stesso tempo a difendermi con onore dagli attacchi, più o meno consapevoli,  di chi si ritiene superiore o migliore.

Astolfo Perrongelli